Negli ultimi 16 anni ci sono stati quasi 100 mila morti sulle strade italiane. Un numero spaventoso, reso ancora più drammatico se pensiamo che l’incidente stradale è la prima causa di mortalità tra i ragazzi. Eppure continuiamo ad avere comportamenti scorretti alla guida, come se non dovesse toccare a noi essere vittime o carnefici. Campagne di sensibilizzazione cruente o positive e inasprimento delle pene in caso di violazione del codice della strada non hanno sortito l’effetto desiderato. Perché un numero, per quanto impressionante è sempre un numero. Ma quando gli dai un nome e un cognome e senti la sua storia raccontata da suo padre, tutto cambia.
Non ho mai conosciuto Lorenzo. Ho visto un sacco di foto sue, sempre sorridente. Lorenzo assomiglia a sua madre. Ho letto di lui, ho visto video di suoi amici, ma soprattutto me lo sono immaginato raffigurandomelo dalle parole di suo padre Stefano. Lorenzo non aveva 18 anni il 2 Giugno 2010, quando è stato ucciso da un uomo che guidava sotto effetto di alcol e droga.
Ho sentito Stefano raccontare quella notte. Dovreste ascoltarlo anche voi quando, con lucidità, ripercorre l’ultimo giorno di vita di suo figlio. Un saluto fugace perchè tanto ci rivedremo più tardi, la notizia, il riconoscimento ancora sdraiato sull’asfalto. Io ho pianto e ho gli occhi lucidi adesso che scrivo. Ed io non ho mai conosciuto Lorenzo.
Da questa tragedia è nata un’associazione con uno slogan bellissimo: diamo vaLore alla vita. Un’associazione che ricorda Lorenzo e che sta facendo tantissimo per le vittime della strada e le loro famiglie: dall’introduzione del reato di omicidio stradale, alla sensibilizzazione, all’assistenza post trauma. L’Associazione Lorenzo Guarnieri in questi 8 anni e poco più ha dato vita a tanti progetti ed iniziative perché la violenza stradale diminuisca. Perché non sono incidenti, non è frutto del caso se qualcuno muore sulle strade. E’ imprudenza, sono comportamenti scorretti, è distrazione, è superficialità che caratterizza il nostro stile di guida.
Gli incidenti si riducono migliorando la sicurezza dei mezzi e delle strade, aumentando i controlli, ma soprattutto educando le persone. Ho chiesto a Stefano se aveva qualche consiglio da darci per essere più sicuri sulle strade. E lui mi ha risposto di allacciare le cinture anche dietro e quando attraversiamo la strada di mantenere il contatto visivo con il veicolo anche se questo è lontano o sembra fermarsi. Sono piccoli gesti, come non guardare il cellulare e non bere se sappiamo di dover guidare. Piccoli gesti che possono salvare una vita: la vostra o quella di un ragazzo che non ha ancora compiuto 18 anni come Lorenzo
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