Sarà che sono milanista, ma quando mi dici internazionale già mi metto sulla difensiva. A mia discolpa poi posso addurre un problema con le lingue: mi ha fatto fatica studiarle. E poi questa cosa che per avere successo si debba andare per forza all’estero! Ci lamentiamo della fuga dei cervelli e poi tutti ad esportare il Made in Italy!
Eppure le aziende che avevano una quota rilevante del loro fatturato derivante da mercati oltre confine hanno retto meglio la crisi o addirittura sono cresciute.
Vuoi vedere che L’export è davvero un asset su cui puntare? Quando parli di internazionalizzazione infatti puoi farlo sia di aziende che portano all’estero i propri processi produttivi, sia che invece vedano in paesi stranieri nuovi mercati. È su quest’ultimo aspetto che voglio concentrarmi. Quindi non è un post per tutti quelli che vorrebbero aprire un chiringuito sulla spiaggia. Ma nemmeno per quelli che prendono il furgone e vanno a vendere mozzarelle in Svizzera. Pensavo a qualcosa di un po’ più strutturato. Quindi costosissimo? Credevo fosse così. Viaggi, analisi di mercato, reti commerciali, brochure tradotte… per non parlare delle difficoltà logistiche, di lingua, di tradizioni culturali, di conservazione del prodotto. Roba da grandi industrie o da grossi capitali. E invece non è così. Ci sono enti pubblici che ti danno una mano a conoscere mercati esteri, a prendere contatto con realtà locali; ci sono finanziamenti che sostengono la spese e perfino export manager, professionisti esperti proprio nel creare opportunità oltre confine. Tutto facile? No, ma fattibile anche per il tessuto produttivo medio italiano. La difficoltà più grande? Avere la volontà vera di farlo. Dobbiamo avere materiale informativo tradotto almeno nelle lingue più comuni, certificare prodotti secondo le normative del paese dove intendiamo esportare, a volte occorre addirittura aprire sedi commerciali e fare società nei posti dove vogliamo andare. Ma viaggiare fa bene, non solo alla nostra economia. Apre la mente, abbatte pregiudizi, aiuta a contaminarci. E se spesso veniamo denigrati su tanti aspetti e noi stessi non siamo così teneri nei confronti del nostro Paese, le aziende nostrane possono contare su un brand importante che apre porte e sostiene i prodotti: il Made in Italy.
E allora prima che l’estero venga a far spesa da noi, prendiamo armi e bagagli e andiamo noi da loro. Anche perché quando le multinazionali vengono da noi non si limitano a comprare i prodotti, ma pretendono tutta la baracca!
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