Lavoro in un’azienda di sole donne, a parte me, ma inizio a non esserne più sicuro.
Col tempo infatti sono diventato un essere asessuato che può partecipare alle loro disquisizioni su abbigliamento (scarpe soprattutto), profumi, problemi coniugali o spesso con cognate e suocere, che rubano loro le creme per il corpo, per il viso, per le mani, per il perineo, ma che se te la dai sul contorno occhi funziona che è una meraviglia. Parlano di diete miracolose, diete che proprio non funzionano perché pensa te ti costringono a mangiare meno zuccheri, meno pasta, meno insomma. E magari a fare moto. E infatti parlano di palestre a cui si iscrivono; qualcuna anche di palestre in cui poi alla fine ci va. E fanno GAG, ma senza ridere, Girotonica, che non ha niente a che vedere con la schweppes; le più intellettuali fanno Yoga, perché chiamarla ginnastica dolce le fa sentire anziane.
Ne parlano davanti a un caffè. O meglio io prendo un caffè, normale senza zucchero. Loro no: il caffè deve essere di una certa altezza, macchiato caldo, freddo, con una lacrima di latte, con mezza bustina di zucchero, ma di canna. Oppure tra 70 tipologie di tè differenti, stai certo che manca proprio quella che bevono loro. Prendono tisane drenanti, infusi, erbe di cui ignoravo l’esistenza. E poi frutta, yogurt, barrette, integratori. Sono vegane, celiache, intolleranti al lattosio, alle uova, soffrono di favismo, anemia, tachicardia, guai se ci sono tracce di arachidi o di peperoncino. Si nutrono di gallette di riso soffiato senza alcun sapore.
Ma meglio che parlino tra loro e non rivolgano le attenzioni a me. Al mio scarso gusto in fatto di vestiti, al mio abbinamento cromatico improponibile, alla mia giacca da anziano, alle scarpe da ragazzino, alla mia camicia demodè.
Con loro ci rido e ci scherzo e poi all’improvviso diventano nervose e non so mai perché. E’ Per quello che hai detto, per come lo hai detto, per quello che non hai detto, per come non lo hai detto, per quello che hai detto ad altre e a loro no, o hai detto a loro ma ad altre no, per quello che avevi detto ma non hai fatto o hai fatto senza dirlo, perché ti tieni tutto dentro, perché non “possiamo mica essere il tuo confessionale”. Perchè io non mi ricordo, ma loro sì, tutto: archiviato per data, argomento, interpreti, collegamenti possibili e situazioni in cui puoi ritiralo fuori per rinfacciarlo.
E tutto questo può raggiungere dimensioni iperboliche in quei giorni. Perché il ciclo delle donne che lavorano nello stesso posto si sincronizza. E così l’ovulazione, i dolori premestruali, quelli post. Devo girare armato di buscopan e avvalermi della facoltà di non rispondere. A tirarmi fuori dai guai arriva però il loro uomo dei desideri: il corriere Amazon o Zalando. E io le guardo felici complimentarsi per l’acquisto effettuato.
E in tutto questo riescono pure a lavorare. A lavorare bene. A gestire famiglie, ad avere a che fare con altri me a casa. Eppure le donne continuano ad avere meno opportunità di noi maschi sul mondo del lavoro, non ricoprono posizioni di vertice, hanno stipendi più bassi, devono rinunciare alla carriera se vogliono avere dei figli. Voglio provare ad essere un imprenditore diverso su questo aspetto. Perché in fondo noi maschi siamo solo donne che non ce l’hanno fatta.
Buona festa della donna
No Comment