Sono convinto che sul lavoro il corpo non giochi alcun ruolo. Non vorrei mettere il dito nella piaga, ma è certo che per far funzionare un’azienda basterebbe non avere la testa tra le nuvole. Le cose importanti nella gestione di un’impresa in fondo si contano sulle dita di una mano. Ci vorrebbe una buona organizzazione e avere un braccio destro su cui contare. Pianificare bene in modo da non lavorare sempre con l’acqua alla gola. Ogni tanto dare una bella lavata di capo per ricordare chi comanda e guardarsi le spalle sempre, perché ai tuoi collaboratori dai un dito e si prendono tutto il braccio.
Formare i miei collaboratori sulla consapevolezza del loro corpo mi costerebbe un occhio della testa per restare a bocca asciutta. Per non sapere come sei devi avere proprio gli occhi foderati di prosciutto. Cosa vuoi poi gestire le emozioni, se uno si alza con il piede sbagliato, metterà il muso in ogni caso; ci metto la mano sul fuoco.
Mi ritengo una persona capace di vedere al di là del proprio naso e che accoglie a braccia aperte le nuove tendenze, ma ve lo dico con il cuore in mano, per fare l’imprenditore bisogna avere le spalle larghe e quando parli di emozioni e corpo al lavoro devi andarci con i piedi di piombo, sennò sembra che tu voglia ficcare il naso negli affari degli altri.
Le persone hanno la coda di paglia o la faccia tosta e quando parli di queste cose rischi che tirino fuori le unghie e ti mostrino i denti. Se ci penso mi viene la pelle d’oca.
Comunque sono culo e camicia con questi formatori che difendono con i denti e con le unghie le loro teorie sull’importanza del corpo al lavoro, e il loro obiettivo è farti venire l’acquolina in bocca e farti leccare i baffi. Ma anche loro lo sanno che il vero problema non è il corpo, ma la fuga di cervelli. E io ne ho fin sopra i capelli di queste fregnacce.
Rileggendo quello che ho scritto sembra proprio che abbia alzato il gomito perché questo articolo non ha né capo né coda.
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