Ci sono coppie che appartengono alla categoria chi si somiglia si piglia e altre invece a quella degli opposti si attraggono. Io sono più per la seconda e vorrei parlare dell’importanza dei partner iniziando con: dietro ad un grande uomo c’è una grande donna. Ma risulterei sessista, omofobo e discriminatorio. Ma se dico il contrario divento allusivo. E poi grande uomo… chi si loda si imbroda. Insomma il concetto che vorrei esprimere è che il rapporto di coppia ha pesanti ripercussioni anche nel mondo lavorativo. Lapalissiano: al cuor non si comanda. Vero, ma gli esiti non sono scontati. Ci sono coppie che lavorano fianco a fianco con successo come il cacio sui maccheroni ed altre invece che hanno preferito scegliere di separare il lavoro dalla vita privata, perché cosa c’entra il cavolo a merenda. In ogni caso i panni sporchi si lavano in famiglia. Ci sono ex che hanno distrutto la loro relazione e, muoia Sansone con tutti i Filistei, hanno trascinato con loro l’azienda e persone divorziate che, morto un Papa se ne fa un altro, continuano a lavorare fianco a fianco. Dio li fa e poi li accoppia: coppie ufficiali, coppie di fatto, coppie d’assi e coppie in cui non è tutt’oro quello che luccica. Ma se Dio si impegna il Diavolo tira via, infatti fa le pentole ma non i coperchi e non tutto funziona al meglio. E come la coppia condiziona il lavoro è vero il contrario. Perché il matrimonio è un contratto disciplinato per legge, ma fatta la legge trovato l’inganno. E l’erba del vicino è sempre più verde, e così capita di confondere rapporti professionali con qualcosa di diverso, pensando che occhio non vede cuore non duole. Ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, e a volte tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino: così c’è chi cambia lavoro per amore e chi cambia l’amore per il lavoro. Perchè quando rovini qualcosa, chi rompe paga e i cocci sono suoi. Si sa, chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non sa quel che trova anche se, a dirla tutta, se non è zuppa è pan bagnato. E se gestisci un’azienda vorresti prevedere questi aspetti, ma anche quando pensi di aver tutto sotto controllo, non dire gatto se non l’hai nel sacco. L’unica soluzione è vivi e lascia vivere, e limitarsi a gestire quello che viene. Non tutte le ciambelle escono col buco, ma non tutto il male vien per nuocere. Avremo coppie felici, amori segreti, umori variabili, persone che se ne andranno ed altre che arriveranno grazie o per colpa dell’amore. L’amore è una variabile di rischio aziendale, di tutte forse la più imprevedibile, non dobbiamo sottovalutarla, fidarsi è bene non fidarsi è meglio perché chi scherza col fuoco si brucia. Quindi uomo avvisato mezzo salvato, anche se tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e il viale che porta all’inferno è lastricato di buone intenzioni. A tal proposito l’unico consiglio che mi sento di darvi è, a buon intenditor poche parole: il lupo perde il pelo ma non il vizio. Se dovete scommettere non puntate mai sul carro di buoi.
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